Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di autismo, nel bene e, più frequentemente, nel male per evidenziare problemi e disservizi; se ne parla per “business” e spesso alle parole non seguono fatti concreti. Finisce sovente che di autismo ne parlino tutti, ma che in ben pochi lo conoscano davvero e, purtroppo, è solo conoscendolo bene che si possono aiutare le persone che lo “vivono” nella quotidianità di ogni giorno.
L’autismo è una neuro diversità, è, detto in parole semplici, un funzionamento diverso dal nostro. Una volta capito questo, spetta a noi aiutare i soggetti autistici affinché riescano ad adattarsi al nostro mondo senza ostinarci noi a voler cambiare loro, ma semplicemente accettandoli e cercando di comprendere la loro diversità e tutto ciò che questo comporta.
Per provare a capire un bambino autistico, una persona dovrebbe provare a ribaltare tutto ciò che comprende attraverso i sensi.
Provare per un attimo a sentire i colori e a toccare i suoni. Bisogna provarci sul serio… per un attimo si ha una strana sensazione sentendosi estraneo nel mondo… ecco, un bambino autistico si sente così… estraneo nel mondo che è anche il suo mondo.
Così proviamo ad usare la fantasia e la sensibilità della connessione con un essere umano che usa canali diversi per comunicare con il mondo che tanto gli è estraneo quanto gli appartiene.
Se ciò ci riesce difficile…basta osservare i bambini..e il loro modo di intendere la diversità, senza giudizio…senza valore.
Anna che vuol dire che un bambino è autistico?
“un bambino disabile, ma no come Didi (Diego suo fratello) un altro tipo”
“È un bambino che non sa fare alcune cose, cioè meglio di Didi, lui almeno cammina peró non ride tanto cioè mamma lui non ride proprio e noi lo dobbiamo aiutare tanto. Lo sai mamma che se alziamo la voce o facciamo dei rumori forti lui si spaventa e si nasconde in un angolo? Quindi bisogna parlare calmi calmi, con la voce bassa, senza strillare”
Io dico ai genitori di questi bambini speciali, non vergognatevi se vostro figlio grida in pubblico, lo fanno tutti i bambini.
Come me, imparate ad accettare questa nuova vita, prendete confidenza con la “malattia”, con il problema, non prendetevela con il mondo intero. Prima di affrontare la malattia di mio figlio ero una persona che si arrendeva al primo ostacolo, appena qualcosa andava storto preferivo mollare e dire: “non sono in grado”!! Facile cosi.
Adesso no … Mamme … Papà … combattete per questi bambini, affrontate le sfide di ogni giorno, lottate e non abbassate mai la guardia … imparate/impariamo a non aver paura.
La vostra #mammainconverse
Ps. Un video strepitoso … grazie ad Anna, Diego e Francesco 💛